Locke

Biografia

John Locke nasce a Wrington nel 1632. In quel periodo tutta l'Inghilterra viveva uno dei periodi più
tormentati della storia inglese: la rivoluzione inglese che culminò con la decapitazione di Carlo I.
Studia a Oxford e legge le opere di Hobbes, Cartesio e Gassendi.
Partecipa alla vita politica  e diventa collaboratore di Lord Ashley.
Nel 1682, dopo essere tornato dalla Francia, è costretto a fuggire in Olanda poiché visto con sospetto dai sostenitori della monarchia.
Durante il soggiorno in Olanda prende parte all'organizzazione per la spedizione di Guglielmo D'Orange, al cui seguito torna in patria nel 1689. Diventa così il filosofo del nuovo regime liberale.
Muore nell'Essex nel 1704.


Opere 

Tra le principali opere di Locke ricordiamo la "Lettera sulla tolleranza" pubblicata nel 1689, "Due trattati sul governo civile" usciti nel 1690 e infine uscito nello stesso anno "Saggio sull'intelletto umano" e "Pensieri sull'educazione"

Pensiero Filosofico

Locke afferma che le idee non sono innate ma derivano dall'esperienza , in particolare sia dall'esperienza esterna, da cui provengono le idee di sensazione, sia dall'esperienza interna, da cui provengono le idee di riflessione. La mente umana è, infatti, priva di contenuti, essa acquisisce gradualmente le conoscenze con il progredire delle esperienze.
Locke distingue tra idee semplici (di sensazione e di riflessione) e tra idee complesse. Le idee semplici derivano da esperienze elementari e sono dotate i certezza, mentre le idee complesse provengono dall'elaborazione delle idee semplici e si distinguono in:
  • idee di modi: non sussistono di per sé ma sempre in relazione a una sostanza 
  • idee di sostanze: sono riferite a qualcosa di esistente in sé che funge da sostrato
  • idee di relazione: derivano dal rapporto istituito tra le idee semplici
La conoscenza, secondo Locke, è circoscritta alle certezze sensibili, esterne o interiori, è probabile quindi sufficiente a orientarsi nel mondo ma non assoluta. Le uniche due certezze non sensibili sono quelle dell'io e di Dio. 

La concezione dello stato di natura e del contratto sociale

La concezione dello stato di natura e del contratto sociale sono argomenti presi in considerazione sia da Locke, che da Spinoza e sia da Hobbes. 
Per Spinoza nello stato di natura gli uomini hanno diritto illimitato su ogni cosa e possono farsi valere in base alla maggior o minor potenza: per garantire la propria sopravvivenza gli individui devono unirsi in una comunità politica in cui è accresciuta la potenza di vita.
Al contrario Hobbes crede che nello stato di natura vige il diritto il quale determina uno stato di guerra di tutti contro tutti: per evitare il conflitto e il rischio di estinzione gli uomini devono stipulare un patto di unione con cui rinunciano al proprio diritto naturale. Tale accordo coincide con i patto di sottomissione, con cui si cede ogni potere al sovrano. 
Il pensiero di Locke coincide in certi aspetti con quello di Hobbes andando a differenziarsi però in alcune parti fondamentali: nello stato di natura vige il diritto di tutti su tutto ma regolato da una legge di natura di tipo razionale che non impone e danneggia gli altri, Per garantire il diritto gli uomini stipulano un patto di unione con cui si costituisce la società civile. Tale accordo è ben distinto dal patto di sottomissione con cui si affida a un governo il compito di salvaguardare i diritti inalienabili degli individui.
La concezione dello Stato e l'affermazione della tolleranza 

Locke afferma che nello stato di natura gli uomini godono di diritti naturali alla vita, alla libertà e alla proprietà, tuttavia manca la garanzia della legalità è per questo che gli uomini devono stipulare un contratto sociale che implica:
  • il patto di unione: gli individui si uniscono in una società civile
  • il patto di sottomissione: i cittadini si sottomettono a un'autorità che tutela i diritti naturali
Per Locke lo Stato è fondato sul consenso dei cittadini, esso governa in modo non arbitrario e prevede la separazione dei poteri che ha lo scopo di evitare il dispotismo.
Occorre tenere distinti l'ambito politico e l'ambito religioso, poiché il primo è finalizzato a fare leggi e a farle rispettare, mentre il secondo è finalizzato a soddisfare i bisogni spirituali, per cui la Chiesa è una società libera e volontaria. Un punto fondamentale per Locke è che nello Stato vale il principio della tolleranza religiosa, fondato sul fatto che nessuna religione è superiore alle altre e la fede non può essere imposta con la forza.

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